INTERVISTA A GLORIA PIGINO
Gloria Pigino Verdi nasce a Vercelli il 29 luglio del 1981. Piemontese da generazioni, vive con il marito in un piccolo centro tra le risaie del vercellese.
Si dedica a tempo pieno alla lettura e alla scrittura, che considera ossigeno puro. Non solo una passione, ma una filosofia di vita.
CONOSCIAMOLA MEGLIO...
1 Cosa vede Gloria allo specchio?
Vede una donna di 36 (ok, quasi 37) anni pienamente realizzata, felice dei traguardi raggiunti. E serena. Nonostante tutto. Vede una donna orgogliosa di sé, sia nella vita privata, sia nella vita professionale. Vede una donna fiera dei sacrifici che ha fatto per raggiungere tutto ciò che ha ora. Una donna che non cambierebbe nemmeno una virgola (siamo in tema, eh, visto che parliamo di scrittura…)
2 Cosa pensa Gloria/donna del Gloria/ scrittore? E viceversa?
La domanda da un milione di dollari. Giusto, di euro. È difficile dirlo, poiché mi considero un tutt’uno. Mi dedico a tempo pieno alla scrittura, per cui è difficile scindere la me donna dalla me scrittrice. Penso che siano due parti complementari: si completano e si incastrano alla perfezione. Nella vita, come nel lavoro, sono una persona super organizzata, attenta a curare ogni minimo dettaglio, per questo non faccio fatica a gestire il tutto, rendendolo un insieme perfetto. Sono pienamente soddisfatta, come donna e come autrice, sotto tutti i punti di vista. Il mondo dell’editoria è vastissimo e non è sempre tutto oro ciò che luccica, ma sono riuscita a ritagliarmi il mio piccolo spazio ed è ciò che mi gratifica. Non potrei chiedere nulla di più.
3 La vita è un'enorme tela. Cosa hai dipinto sulla tua , e quale colore predomina?
Se osservo la tela della mia vita, vedo tutto ciò che ho dipinto giorno dopo giorno, pennellata dopo pennellata. Vedo un cammino fatto di gradini non sempre lisci. Scale a tratti sconnesse, ma che hanno comunque retto al passaggio. Vedo burroni. E ponti fra i precipizi. Vedo buche, nascoste dall’erba verde smeraldo; soffice, bagnata dalla rugiada. Vedo i fiori. Di tutti i tipi. Di tutti i colori. Vedo tante rose. Lungo il loro stelo, altrettante spine. Vedo il cielo. È di un blu intenso. Qualche nuvola all’orizzonte, che si allontana. Sullo sfondo, un temporale minaccioso che cambia rotta, sospinto dal vento della mia forza interiore. I colori che mi circondano sono luminosi. C’è la luce. Tanta. E poi una figura. È accanto a me. Mi tiene per mano. Mi sorregge quando sto per cadere. Mi afferra se inciampo: mio marito, il mio angelo.
I colori che predominano sono tutte le sfumature più calde, dal giallo all’arancione, dal’ocra al rosso. I colori dell’energia vitale, del movimento, della trasformazione, della creazione. Della vita.
4 Ti sei mai spogliata di normalità, per vestirti di follia?
Sì, sempre. Non mi definirei esattamente una persona “normale” nel senso stretto della parola. Che poi, chi può dire cosa sia la normalità e dove stia il confine che la separa dalla follia? Credo sia una questione soggettiva. E credo che per essere scrittori, pittori, artisti insomma, sia fondamentale un po’ di sana follia (altrimenti avremmo fatto gli impiegati di banca, credo).
5 Ci sono due giorni in cui non si può far nulla: ieri e domani. Quindi, oggi è il giorno giusto per...?
Per fare ciò che non si è potuto fare ieri e ciò che non può attendere fino a domani. Il mio motto è “cogli l’attimo” ; ) E a proposito: detesto perdere tempo! Ottimizzare… sempre!
6 Quando è nato l'amore per la scrittura?
Credo che sia nato con me. Ok, non proprio con me. Alle elementari, diciamo? È una passione che coltivo da sempre, anche se ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, che è diventato il romanzo d’esordio, solo nel giungo del 2015, a cui sono seguiti altri due romanzi.
Considero la scrittura ossigeno puro, linfa vitale che scorre nelle vene… o sulla tastiera del pc. Non potrei mai farne a meno. Fa parte di me, semplicemente. È stata catartica e terapeutica nel momento più buio della mia vita, oscurato da gravi problemi di salute. È stata un’àncora di salvezza, cui mi aggrappo tuttora. Della passione per la scrittura sono riuscita a farne una professione, su più fronti. Da gennaio, infatti, lavoro a pieno ritmo come Editor freelance, un’avventura iniziata quasi per gioco, che mi appassiona e mi gratifica.
7 Agli occhi del cuore di che colore appaiono le pagine del tuo libro?
( è una mia fissa immaginare a colori le pagine del libro che sto leggendo)
Una bellissima domanda, particolarmente adatta al mio ultimo romanzo, “Il dipinto”. Mi piacerebbe sentire la risposta dei lettori, in realtà.
Vedi… i miei libri contengono tutte le sfumature. Tutti i colori dell’arcobaleno, ma non solo. Le tinte rosa dell’amore si sovrappongono ai verdi e agli azzurri — in tutte le loro declinazioni — dei paesaggi. Le tonalità più calde dei tramonti avvolgono il lettore, riscaldandolo e rassicurandolo. Il lilla dona un senso di benessere… che viene improvvisamente scacciato dalle tonalità più cupe: il rosso della rabbia, della gelosia, della vendetta. Del sangue. Perché sì, c’è anche quello. E poi ci sono pennellate decise di nero: è la morte, che incombe sul destino dei personaggi e si affaccia, lesta e repentina, macchiando quella tela su cui è dipinto l’arcobaleno della vita e delle emozioni.
Anch’io, come te, immagino le pagine dei libri a colori (colori che inserisco nelle descrizioni dettagliate e particolareggiate). Trovo ci sia un parallelismo tra chi scrive e chi dipinge. È come se lo scrittore riuscisse a tradurre in parole le sfumature che i pittori mettono nei loro quadri. Il pennello scivola sulla tela come le mani sul pc. È come se i tasti fossero la tavolozza del pittore. E noi scrittori abbiamo il compito di “dipingere” con le lettere storie, emozioni, sensazioni. E riuscire a trasmetterle al lettore è una delle sfide più grandi per ogni scrittore.
8 Cosa regali al lettore attraverso i tuoi romanzi?
Tante emozioni. Molti scrittori ritengono di dover necessariamente lasciare un messaggio. Nel mio caso è diverso. Mi piace giocare con le emozioni e con le sensazioni che riesco a suscitare nei lettori. Ognuna diversa. Ognuna unica. Mi piace sentire quello che i lettori pensano, perché ognuno di loro percepisce in maniera diversa ciò che ha letto. Il vissuto di ognuno gioca un ruolo fondamentale in questo. Ho sempre immaginato le emozioni come facce della stessa medaglia. Il bene e il male. La gioia e il dolore. La serenità e la disperazione. Emozioni che cambiano da un momento all’altro, improvvisamente. Imprevedibili. Instabili. Ingovernabili. Ecco. È proprio questo che cerco di dare ai lettori. Questo e forse qualcosa in più, ma bisognerebbe sentire ciò che hanno da dire loro. Oltre alle emozioni, regalo una parte di me. Profonda. Intima. C’è un po’ di me in tutti i romanzi che ho scritto. Anzi, molto. C’è Gloria in ognuno dei personaggi. In ogni sfaccettatura. E c’è la mia terra, che amo in maniera viscerale. Il mio Piemonte. Mi piace che i lettori lo vedano attraverso i miei occhi, e imparino ad amarlo come lo amo io.
9 Associa al tuo libro un:
Colore: il rosso granato del vino
Odore: il profumo del mosto fermentato
Sapore: un mix di spezie, vaniglia e frutta matura
Suono: le note delicate del pianoforte e quelle struggenti del violino, in un’unica melodia
Sono orgogliosa di ogni singola parola scritta. In ogni frase c’è qualcosa di me. Un po’ della mia anima. Tanto del mio cuore. E la mente, sì. Anche quella. C’è tutto il mio essere. È tutto racchiuso lì, in quelle pagine.
Annabelle, senza dubbio. La protagonista de “Il dipinto”.
12 Cosa vedi ad occhi chiusi?
La prossima storia che scriverò.
13 Progetti futuri?
Ho in progetto di scrivere un libro a quattro mani, con una collega. È un esperimento. Speriamo di darvi presto buone notizie. In futuro ho in mente di scrivere una storia ambientata tra la pianura piemontese e la campagna inglese. Le vicende si snoderanno su un doppio livello spazio - temporale. Presente e passato che si intrecceranno e si fonderanno, insomma. E tanti segreti sepolti, che riaffioreranno.
14 domandine a raffica:
pregio: caparbietà
difetto: testardaggine
colore preferito: giallo
genere letterario: narrativa
libro ed autore preferito: ne ho troppi, non faccio nomi (per la par condicio). Uno su tutti però c’è… Lucida Riley.
cibo preferito: tutto ciò che mi capita a tiro. Sono una buona, anzi ottima, forchetta, anche se a vedermi non si direbbe. L’apparenza inganna ; )
passione: lettura e scrittura in primis, seguite dal cinema e dalla cucina. Quando sono particolarmente stressata, mi metto ai fornelli (per la gioia del marito. Sì, credo che sia uno dei pochi a non lamentarsi quando ha la moglie stressata, visti i manicaretti che seguono…)
scaccia tristezza: un buon libro, dell’ottima musica, un salto al cinema con mio marito. E le coccole del mio coniglietto.
oggetto indispensabile: il kindle!!! E il cellulare, ahimè…
oggetto superfluo: uhm… un pallone da calcio? (Tanto perché siamo in tema di mondiali…)
odi: la falsità e l’ipocrisia (e non avere nemmeno uno straccio di pezzo di carta quando sono in un posto impossibile e mi è venuta un’idea geniale — secondo la sottoscritta, ovviamente — per una nuova trama).
Ami: la vita, ciò che mi sono costruita, le poche persone di cui mi circondo e… il mio coniglio nano.
tre desideri per il genio della lampada
1) la salute in primis
2) la serenità
3) riuscire ad arrivare alla fine di questa intervista senza nemmeno un refuso (perché, in veste di Editor, farei una pessima figura…)
Ringrazio Gloria PIGINO.
È stato un piacere ospitati nel mio Salottino libroso.
Ti auguro un cammino costellato di successi.
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